Audi R15 TDI plus - 2010

Cette collection est une adaptation de 24H Le Mans ® Le auto delle corsa più leggendaria al mondo Éditeur : Centauria Editore s.r.l. 

I miti di Le MANS Audi R15 TDI plus

Dopo i problemi tecnici dovuti alla complessa aerodinamica della R15 TDI, che nel 2009 sono costati ad Audi la prima sconfitta a Le Mans dopo cinque successi di fila, nel 2010 la casa tedesca ridisegna e semplifica la carrozzeria. Nasce così la R15 TDI plus, l’arma vincente con cui riprendersi il primato.

L’Audi R15 TDI plus numero 9 dei tedeschi Mike Rockenfeller e Timo Bernhard e del fracese Romain Dumas durante le prove libere della 24 Ore di Le Mans del 2010.  © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Il trionfo di Peugeot del 2009 ha interrotto una potenziale serie di 11 successi consecutivi per Audi a Le Mans, visto che si tratta dell’unica edizione sfuggita alla Casa tedesca tra il 2004 e il 2014. Una sequenza di vittorie che avrebbe potuto essere ancora più lunga se non ci fosse stata la rinuncia all’edizione del 2003, conquistata da Bentley dopo tre successi di fila di Audi. In quel caso, però, c’era stata una precisa scelta strategica del Gruppo Volkswagen, proprietario di entrambi i marchi, che aveva ritirato la squadra ufficiale Audi prestandone i piloti migliori al team inglese. Quella con i rivali francesi è invece una sconfitta maturata sul campo, e resa ancora più indigesta dal fatto che, nei mesi successivi alla gara, l’ACO, pur avendo respinto i ricorsi Peugeot contro alcune soluzioni aerodinamiche adottate dalla R15 TDI, decide di modificare comunque i regolamenti obbligando Audi a rivedere il contestato design. 

1. La contestata ala mobile anteriore e il “tunnel” per l’aria che attraversava l’auto sulle R15 2009 sono sostituiti da una più semplice geometria fissa in cui i profili tra musetto e parafanghi servono a coprire i bracci delle sospensioni anteriori.

2. Il motore è sostanzialmente lo stesso dell’anno precedente, ma con una flangiatura più stretta richiesta sempre dal regolamento. Audi riesce però a limitare la perdita di potenza, che scende da 650 a circa 600 CV.

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Non si tratta però di una disdetta totale, perché Audi, anche a causa di qualche difficoltà economica, non era riuscita a mettere a punto al meglio la vettura del 2009 e, dopo l’incoraggiante successo alla 12 Ore di Sebring e il terzo posto a Le Mans, era incappata in un’annata non particolarmente brillante. 

1. Il regolamento 2010 impone ai costruttori di carenare interamente la zona dietro le ruote posteriori. Audi ne approfitta modellando feritoie inclinate verso l’alto che aumentano l’efficacia dell’alettone.

2. La nuova aerodinamica sfoga i flussi d’aria sulla parte superiore della carrozzeria e sui fianchi dell’auto tramite vistose aperture ai lati dell’abitacolo.

3. A seguito delle modifiche al design, i progettisti sono indotti a riposizionare anche i radiatori

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Il cambio di regolamento obbliga quindi la Casa tedesca a ripensare la R15 TDI, dando origine alla versione “plus” che, a dispetto del nome, ha in realtà molte soluzioni sofisticate in meno e una linea più semplice rispetto alla vettura del 2009, pur risultando maggiormente competitiva in pista. 

A. Pur essendo meno complesso di quello dell’anno precedente, il design del frontale con musetto “sdoppiato” della R15 TDI plus risulta comunque molto caratteristico.

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La nuova Audi esordisce ad aprile vincendo a Le Castellet con Allan McNish e Rinaldo “Dindo” Capello, gli stessi che un mese dopo, insieme a Tom Kristensen, conquistano un terzo posto alla 1000 km di Spa. Per la successiva 24 Ore di Le Mans il team Joest, squadra ufficiale Audi, schiera tre vetture (una con le insegne Audi Sport North America) che, pur veloci, non sono comunque tra le favorite. Le qualifiche confermano infatti la supremazia di Peugeot, che piazza le sue 908 HDi FAP (tre della squadra ufficiale sponsorizzata Total e una del team satellite Oreca) ai primi quattro posti lasciando ad Audi quelli dal quinto al settimo. In gara, però, la sorte presenta il conto al costruttore francese, che perde una dopo l’altra tutte e quattro le vetture per rotture alle sospensioni e ai motori, lasciando campo libero alle Audi. A vincere è la numero 9 condotta dai tedeschi Mike Rockenfeller e Timo Bernhard e dal francese Romain Dumas, che in carriera totalizzeranno tre successi ciascuno (due nel caso di Rockenfeller) sul circuito de la Sarthe. Dietro di loro, la numero 8 di André Lotterer, Marcel Fässler e Benoît Tréluyer. Soltanto terza la numero 7 di Kristensen, McNish e Capello. Per il 2011, i cambi di regolamento e i nuovi limiti di cilindrata suggeriranno ad Audi di progettare una vettura del tutto nuova, la R18 TDI. Tuttavia, due R15 TDI plus correranno ancora la 12 Ore di Sebring ottenendo un quarto e un quinto posto.

B. Il posto guida con la particolare forma del volante su cui sono concentrati comandi analogici e strumenti digitali. La cellula è interamente in carbonio.

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C. Ai lati dell’abitacolo sono presenti abbondanti “branchie” per sfogare l’aria calda proveniente dai sistemi di raffreddamento del motore. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

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