Ferrari F333 SP - 1998

Cette collection est une adaptation de 24H Le Mans ® Le auto delle corsa più leggendaria al mondo Éditeur : Centauria Editore s.r.l. 

I MITI DI LE MANS FERRARI F333 SP

Nasce per i clienti Ferrari e diventa in breve la reginetta del campionato IMSA WSC, ma alla 24 Ore di Le Mans non riesce a sfondare. Tranne nel 1998, quando si aggiudica la vittoria di categoria.

La Ferrari F333 SP che vince la classe LMP1 alla 24 Ore di Le Mans del 1998 è una delle due acquistate dal team americano Doyle-Risi Racing per correre in America ed Europa. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La Scuderia Ferrari costruisce la F333 SP, una delle sue migliori sport prototipo di tutti i tempi, senza avere la minima intenzione di tornare a cimentarsi direttamente nell’endurance. La storia narra che l’impulso a costruire la vettura venga da Gianpiero Moretti, patron della Momo, desideroso di vincere nel campionato americano IMSA con un modello di Maranello. E l’occasione propizia arriva nella stagione 1994 quando, per rivitalizzare un campionato in agonia, gli organizzatori mandano in pensione le vetture GTP a carrozzeria chiusa e le sostituiscono con una nuova categoria chiamata WSC (World Sport Cars). Quest’ultima ricalca la classe “Le Mans Prototype” (LMP) creata dall’Automobile Club de l’Ouest (ACO), che organizza la 24 Ore di Le Mans: le nuove specifiche prevedono vetture più “semplici” con carrozzeria aperta a due posti e limiti aerodinamici e tecnici come l’obbligo del fondo piatto e di un motore di derivazione stradale. 

1. Il regolamento WSC/LMP1 impone di dare alle vetture un fondo completamente piatto, senza accorgimenti aerodinamici.

2. Questa specifica vettura è di quelle a sbalzo corto, mentre altre versioni hanno la coda allungata fin sotto l’alettone.

3. Maranello assembla direttamente solo i primi esemplari di F333 SP, i successivi sono costruiti nelle officine di Dallara e in quelle di Michelotto.

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Inizialmente, le auto che corrono nella classe WSC sono in gran parte “vecchie” GTP modificate, mentre la F333 SP nasce da un progetto nuovo, sviluppato con la collaborazione di Dallara per il telaio e di Michelotto per la carrozzeria. Basta comunque la sola notizia del ritorno della Scuderia Ferrari a vent’anni dall’uscita di scena della 312 PB per riaccendere l’interesse attorno al campionato. Anche per questo, inizialmente, l’IMSA sorvola sul motore, che in realtà prende le mosse dal V12 da 3,5 litri montato sulle monoposto di Formula 1. La Scuderia Ferrari aggira il problema facendolo “transitare” dalla nuova supercar stradale, la F50, che ne adotta una variante portata a 4,7 litri da cui deriva il 4.0 per la F333 SP. E poco importa che la F50 non sia ancora effettivamente in produzione: come detto, per l’associazione la presenza delle vettura di Maranello è un’occasione ghiotta di rilancio. 

Questa “clemenza” ha però vita breve: le F333 SP del team Momo e di altre scuderie private si dimostrano subito superiori alle vetture “di casa” e ai loro grandi V8 ad aste e bilancieri, sfiorando il titolo già nel 1994 e trionfando tra i costruttori e tra i piloti – con lo spagnolo Fermín Vélez – nel 1995. Di qui la decisione dell’IMSA di introdurre limiti per ridurre la supremazia del motore Ferrari. Tra questi, un tetto al regime di giri (il V12 supera i 12.000) e flange più strette all’aspirazione che riducono la potenza dai 650 CV iniziali a meno di 600, ma non rendono la F333 SP meno competitiva. 

1. La carrozzeria è realizzata con un misto di carbonio e Nomex, un materiale resistente al calore parente stretto del Kevlar.

2. La fiancata di questa F333 SP è totalmente sigillata, priva delle prese d’aria NACA adottate su altre varianti del modello.

3. Anche l’ala posteriore ha dimensioni limitate dai regolamenti. La versione montata su questa vettura per Le Mans ha gli stabilizzatori laterali più corti.

© IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Alla 24 Ore di Le Mans, la presenza delle barchette Ferrari è invece meno impattante: nel 1995 e 1996 gli equipaggi partecipanti non terminano la gara, mentre nel 1997 arrivano il sesto posto assoluto e terzo di categoria ottenuti da Gianpiero Moretti con Didier Theys e Max Papis. Nel 1998 ben otto F333 SP sono iscritte sin dalle pre-qualifiche di maggio, ma il 6 giugno ne partono appena quattro e due sole arrivano al traguardo. La migliore è la n. 12 del team Doyle-Risi Racing, affidata a Fermín Vélez, al sudafricano Wayne Taylor e all’olandese Eric van de Poele, che ottengono l’ottavo posto assoluto e la vittoria in classe LMP1.

A. Il motore V12 a 5 valvole per cilindro ha una cilindrata unitaria di 333 cm3, adottata come sigla del modello, e sprigiona una potenza massima di 650 CV a 11.000 giri/min. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

B. Le sospensioni push-rod hanno i gruppi molla-ammortizzatore diagonali, mentre il cambio è disposto trasversalmente.© IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

C. La F333 SP di Wayne Taylor, Eric van de Poele e FermÍn Vélez è l’unica tra le prime 10 classificate a non appartenere alla classe GT1, dominatrice della 24 Ore di Le Mans del 1998. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

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