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Gulf Mirage GR8 - 1975
Gulf Mirage GR8 - 1975
I MITI DI LE MANS Gulf Mirage GR8
La GR8 rappresenta l’ultimo tentativo del team John Wyer di conquistare Le Mans con una “propria” vettura e il sostegno dello sponsor Gulf: derivata aerodinamicamente dalla GR7 e mossa sempre da un motore Ford, la barchetta conquista nel 1975 il primo e il terzo posto alla 24 Ore di Le Mans, malgrado qualche problema sul finire della gara.
Dopo l’uscita di scena della Porsche 917, dovuta all’introduzione del limite di 3 litri per i prototipi di Gruppo 5, il team John Wyer si ritrova senza una vettura con cui poter lottare per la vittoria finale a Le Mans. Wyer riprende quindi l’attività di costruttore iniziata nel 1967 con il marchio Mirage, creato per le vetture Sport sviluppate su base e con meccanica Ford, e sospesa appunto nel 1969 con l’inizio della collaborazione con Porsche. La serie riparte con il modello Mirage M6, che rispetta le specifiche della categoria prototipi (il Gruppo 5 appunto) conservando il motore V8 3.0 Ford Cosworth DFV, ma che si avvale di una nuova struttura progettata dall’ingegnere Len Bailey. L’auto ha una variante coupé e occasionalmente sperimenta anche un motore V12 Westlake, collezionando vari piazzamenti e una vittoria alla 1000 km di Spa.
1. A livello tecnico la GR8 si distingue dalla GR7 soprattutto per il passo allungato di circa 12 cm, per un totale di oltre due metri e mezzo.
2. Tra le caratteristiche che la GR8 ha ereditato dal modello precedente c’è la struttura alleggerita grazie all’uso del titanio. Il team ha preso come riferimento il peso della Matra-Simca MS670 vincitrice della 24 Ore del 1972.
© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
Nel 1974 la M6 lascia il posto alla GR7, ribattezzata così in onore dello sponsor “Gulf Racing”. Si tratta di una M6 modificata nella struttura, per contenere il peso, e nell’aerodinamica; ma nonostante l’ottimo potenziale, le tre vetture ufficiali ricavate a partire da altrettante M6, e le tre allestite per i clienti privati, ottengono solo discreti piazzamenti.
1. La carrozzeria disegnata da John Horseman con il contributo del team manager John Wyer e del progettista Len Bailey è levigata e compatta, con i supporti dell’ala posteriore integrati nella linea delle fiancate.
2. Il 1972 è l’ultimo anno in cui le Mirage corrono con la livrea azzurro e arancio dello sponsor Gulf. Negli anni precedenti, questo legame è stato talmente solido che le stesse sigle GR7 e GR8 derivano dalle iniziali della “Gulf Research Racing Company”.
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Si arriva così al 1975: lo sponsor Gulf è in procinto di abbandonare le corse, ma Wyer convince comunque la dirigenza a sostenerlo per un’ultima stagione e a sovvenzionare un nuovo upgrade per l’auto, affidato ai progettisti John Horsman e ancora Bailey. Le modifiche si concentrano sull’allungamento del passo e su una nuova carrozzeria dalla linea più filante, caratteristiche delineate apposta per la 24 Ore di Le Mans. Ancora una volta le vetture, due in questo caso, sono equipaggiate con il “solito” motore Ford Cosworth, in una configurazione “base”, da meno di 400 CV per privilegiare l’affidabilità.
In qualifica le auto in livrea azzurro/arancio, con i numeri 10 e 11, guidate rispettivamente da Vern Schuppan e Jean-Pierre Jaussaud e da Derek Bell e Jackie Ickx, monopolizzano la prima fila, tuttavia, durante la gara, le cose si fanno più complicate: Schuppan e Jaussaud prendono il comando, ma lo perdono dopo poche ore per noie all’alternatore. Il primo posto passa così ai loro compagni di squadra, che tuttavia devono rintuzzare gli assalti delle aggressive Ligier. Verso la fine della gara, anche l’auto di Ickx e Bell accusa problemi, stavolta per la rottura di un condotto, e deve essere riparata. L’intervento viene completato appena in tempo per scongiurare la rimonta della Ligier JS2 di Jean-Louis Lafosse e Guy Chasseuil, che finiscono secondi per un solo giro. Schuppan e Jaussaud riescono invece a salvare la terza posizione mettendosi alle spalle ben otto Porsche e due Ferrari. A fine stagione, Gulf si ritira definitivamente e le vetture, ribattezzate “Mirage GR8”, sono cedute al team americano Grand Touring Car, che le utilizza nei due anni successivi a Le Mans cogliendo due secondi posti.
A. Ancora Derek Bell ai box durante la 24 Ore di Le Mans del 1975. Nella seconda parte della gara l’auto necessita di riparazioni che erodono quasi tutto il vantaggio accumulato sulle Ligier, ma vengono completate in tempo per consentire la vittoria.
© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
B. L’abitacolo “nudo” con la robusta struttura di rinforzo dietro al pilota interamente carenata.
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C. Un dettaglio della parte anteriore della GR8: si notano i sottili sfoghi sui parafanghi anteriori e i robusti supporti aerodinamici dei retrovisori. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.