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Toyota TS 10 - 1992
Toyota TS 10 - 1992
I miti di Le Mans Toyota TS 10
Dopo una lunga militanza in un Gruppo C avaro di soddisfazioni, Toyota approfitta del cambio di regolamento del 1991 per rilanciarsi con la TS 10, concepita secondo i nuovi parametri con un inedito V10 aspirato da 3,5 litri. La nuova vettura sfiora l’impresa a Le Mans nel 1992, arrivando seconda dietro l’imbattibile Peugeot 905.
Le nuove regole introdotte dalla FIA per limitare le prestazioni dei prototipi classe C1 non rivoluzionano tanto le caratteristiche generali delle auto quanto quelle dei motori. Imponendo unità aspirate da non più di tre litri e mezzo, sia pure senza vincoli sui consumi, e con un peso minimo di 750 chili, finiscono inizialmente per favorire le C2, come accade appunto a Le Mans nel 1991, quando si impone la Mazda 787B seguita da altre dieci vetture C2. Questo rende da un lato la progettazione della TS 10 relativamente facile, anche se, per andare sul sicuro, il team Toyota sceglie una matita europea, quella del britannico Tony Southgate, già “padre” delle Jaguar-TWR vincitrici della 24 Ore di Le Mans nel 1988 e 1990. Discorso differente per il motore, in quanto come i principali rivali, anche la Casa giapponese abbandona il precedente propulsore sovralimentato in favore di un V10 che però deve sviluppare da zero, mentre rivali come Scuderia Ferrari e Ford vantano già unità simili impiegate in Formula 1. Ispirandosi proprio alla Casa di Maranello, i tecnici giapponesi realizzano dunque un motore con cinque valvole per cilindro.
1. I radiatori di acqua e olio sono alloggiati nel musetto per bilanciare i pesi. Di conseguenza le fiancate non hanno bisogno di grandi aperture per l’aria.
2. Il motore riceve l’aria per l’alimentazione tramite la presa dinamica posta sopra l’abitacolo.
© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
1. L’ala posteriore biplano è progettata per aumentare l’efficacia dell’estrattore posteriore.
2. Il motore 3.5 a 10 cilindri che Toyota sviluppa per la TS010 ha un angolo tra le bancate di 72°. Può arrivare a 700 CV, ma per le gare più lunghe viene regolato a 600 CV.
3. La scocca è in fibra di carbonio con motore e cambio imbullonati direttamente.
© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
All’esordio, che avviene “in casa”, ossia sul circuito giapponese di Autopolis, teatro dell’ultima gara del Campionato Mondiale Sportprototipi 1991, la TS 10 si classifica sesta, dando prova di buone qualità che nel corso dell’inverno successivo vengono affinate e sviluppate in vista della stagione 1992. Questa si apre con la 500 km di Monza in cui tutti i principali costruttori rimasti dopo l’abbandono di Mercedes e Jaguar, come Peugeot, Lola e Mazda, schierano le loro nuove Sport con risultati però piuttosto drammatici, visto che pochissime terminano la gara per problemi tecnici vari. Toyota, presente con due auto, spicca riuscendo addirittura a vincere grazie all’ottima performance dei piloti Geoff Lees e Hitoshi Ogawa. La Peugeot 905, pur risultando la più veloce, è tra le ritirate, ma si rifà nella seconda prova, a Silverstone, dove di nuovo arrivano alla fine pochissime auto e stavolta tocca alle Toyota non essere tra queste. Alla 24 Ore di Le Mans, in calendario come terzo evento del campionato, appare comunque chiaro che il duello, sia per la gara sia per la stagione intera, sarà tra francesi e giapponesi, che si spartiscono la griglia di partenza (con nell’ordine due Peugeot, tre Toyota e l’ultima 905 al sesto posto) anche grazie allo “stratagemma” di usare per le qualifiche dei telai di riserva ottimizzati appositamente.
A. Le tre vetture schierate dal Toyota Team Tom’s hanno colorazioni diverse. Quella che arriva seconda è blu/bianca sponsorizzata Casio, le altre sono bianca/rossa e bianca/azzurra con le grafiche di Nippondenso e Zent.
© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
B. La “mano” del progettista Southgate si vede nella carenatura delle ruote posteriori, come sulle Jaguar-TWR, che aumenta l’efficacia aerodinamica.
© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
C. La Toyota TS 10 numero 8 guidata da Jan Lammers, Andy Wallace e Teo Fabi, che nel 1992 conquista l’ottavo posto a Le Mans. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
In gara soltanto Mazda impensierisce i duellanti, prendendo temporaneamente il comando, ma presto torna in testa Peugeot, a tratti con due vetture: una delle 905 Evo ha però problemi tecnici e perde terreno, favorendo la rimonta della Toyota di Masanori Sekiya, Pierre-Henri Raphanel, Kenny Acheson. Questi riescono infine a piazzarsi secondi a sei giri dalla 905 Evo 1 Bis dei vincitori Derek Warwick, Yannick Dalmas e Mark Blundell, e con uno di vantaggio sulla Peugeot di Mauro Baldi, Philippe Alliot e Jean-Pierre Jabouille.