Lancia Gamma

Rédaction : Albert Lallement  

Una carriera breve e discreta

Lanciata nel 1976, la Lancia Gamma ottenne un moderato successo di pubblico, nonostante avesse uno dei design di carrozzeria più riusciti dell'epoca, firmato da Pininfarina, e un motore degno della tradizione della marca.

La mancanza di affetto per questo modello, che avrebbe rilanciato la Lancia nella categoria delle berline di lusso come successore della Flaminia, si spiega con la difficile situazione in cui si trovava il costruttore all'epoca. Quando il Gruppo Fiat rilevò la Lancia nell'ottobre del 1969, divenne chiaro che il precedente proprietario della marca, Carlo Pesenti, aveva lasciato l'azienda con un bilancio indebolito e con un portafoglio di nuovi progetti praticamente inesistente. Gianni Agnelli dichiarò che non erano previsti nuovi progetti.

Con la Gamma la Lancia si riposiziona nel segmento delle berline di grossa cilindrata, con l'obiettivo di competere con i costruttori tedeschi.  © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. Crédits photo © Lancia D.R.

Quando alla fine del 1969 Sergio Camuffo fu nominato nuovo responsabile dello sviluppo Fiat, la gamma Lancia si basava su tre modelli un po' datati: la Flaminia (1957), la Flavia (1960) e la Fulvia (1963). Il team di Camuffo iniziò con l'evoluzione finale della berlina Fulvia 2000 e della coupé Flavia 2000, promuovendo al contempo la progettazione di un modello completamente nuovo, il tutto in tempi record e con un budget limitato. Nasce così, nel 1972, la prima generazione della Beta, una berlina a due volumi di fascia media, alimentata dal motore Fiat 132.

La carrozzeria della berlina Gamma aveva un coefficiente di resistenza aerodinamica di 0,37, davvero notevole per l'epoca. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. Crédits photo © Lancia D.R.

NATA NEL BEL MEZZO DI UNA TEMPESTA 

Allo stesso tempo, Lancia voleva rinnovare il suo top di gamma, dominato dalla Flaminia. All'epoca, l'unica cosa che si muoveva nell'ufficio progettazione Lancia era un timido progetto di 830, che avrebbe poi portato alla futura Gamma. Lancia escogitò una soluzione efficace, rapida ed economica per sviluppare la sua nuova vettura ad alta cilindrata: l'idea era quella di sfruttare gli accordi di cooperazione industriale e commerciale che Fiat e Citroën avevano firmato nell'ottobre 1968.

Questa collaborazione si concretizzò nel luglio 1970 con la creazione di Pardevi SA (Participation et Développement Industriel), una holding controllata al 49% da Fiat e al 51% da Michelin. Queste due società acquisirono congiuntamente una partecipazione del 55% in Citroën, che nel frattempo aveva subito diverse battute d'arresto in seguito all'acquisizione di Maserati. Quando, nell'autunno del 1970, Sergio Camuffo ricevette il via libera per il lancio della Gamma, fu opportuno dividere i progetti tra l'ufficio design Citroën di Quai de Javel e quello Lancia di Borgo San Paolo.

In questo modo, la Lancia Gamma adottò alcuni elementi della nuova berlina Citroën CX che si stava concepindo in quel periodo, in particolare il suo rivoluzionario sistema di sospensioni idropneumatiche. Per quasi due anni Sergio Camuffo, coadiuvato dall'ingegnere del telaio Romanini e dal responsabile della trasmissione Bertino, lavorò a questo adattamento.

Il cruscotto della Gamma, classico ed elegante, era in parte basato su quello della coupé Beta.  © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. Crédits photo © © Lancia D.R.

PARTIRE DA UN FOGLIO BIANCO 

Tutto sembrava andare bene fino al 1973, quando Michelin annunciò l'intenzione di vendere la sua partecipazione in Pardevi a Fiat, che avrebbe poi assunto il controllo di Citroën. Il governo francese reagì immediatamente ponendo il veto all'accordo, il che significava che tutto doveva ripartire da zero, poiché l'auto era stata progettata utilizzando molti sistemi Citroën. Alcuni di questi componenti dovevano essere sostituiti da altri, principalmente da Beta, ma questo richiedeva tempo.

Le linee generali della carrozzeria furono affidate a Pininfarina, il cui brillante stilista, Leonardo Fioravanti, riprese il design di un precedente prototipo Pininfarina, la “Berlina Aerodinamica” realizzata nel 1967 per BMC. La nuova Gamma fu presentata al Salone dell'Automobile di Ginevra nel marzo 1976, in occasione del settantesimo anniversario della Casa, durante una conferenza organizzata congiuntamente da Lancia e Pininfarina. I visitatori ebbero una sorpresa: accanto alla berlina fastback c'era un elegante coupé che Pininfarina aveva disegnato in segreto. Inizialmente non era prevista la produzione in serie, ma la risposta fu così entusiasta che Fiat decise di inserirla nel suo catalogo l'anno successivo. Sotto il cofano della Lancia Gamma c'era un quattro cilindri piatto interamente in alluminio, disponibile in due versioni: un 1.999 cm3 da 120 CV o un 2.484 cm3 da 140 CV. Questo brillante motore si rivelò fragile in termini di fasatura e trasmissione, ma queste preoccupazioni vennero parzialmente risolte con la seconda serie FL2 (Face-Lift), lanciata nell'aprile 1980, dotata di cerchi da 15 pollici, griglia ispirata alla Delta, iniezione elettronica Bosch L-Jetronic (versione 2.500 IE) e cambio automatico AP a 4 velocità disponibile come optional. Nonostante il livello di finitura e le prestazioni, tra il 1976 e il 1984 sono stati prodotti solo 22.081 unità della Lancia Gamma, di cui 6.789 coupé.

A differenza della berlina, prodotta nella sede torinese della marca, la coupé Gamma veniva assemblata nella catena di montaggio Pininfarina di Grugliasco, insieme alla Ferrari 400. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. Crédits photo © Lancia D.R.

Al Salone di Ginevra del 1978, il carrozziere Pininfarina presentò un prototipo di Spider con tetto a “T” rimovibile. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. Crédits photo © Lancia D.R.

DATI TECNICI

Lancia Gamma 2500 Coupé - Type 830-AC.0 (1976)

•  Motore: Lancia (tipo 830-AB.000), 4 cilindri a piani contrapposti, anteriore longitudinale 

•  Cilindrata: 2.484 cm3 

•  Diametro x corsa: 102 mm x 46 mm 

•  Potenza: 140 CV a 5.400 giri/min 

•  Alimentazione: carburatore doppio corpo Weber 38 ADLD/150 

•  Accensione: batteria, bobina e spinterogeno Marelli 

•  Distribuzione: albero a camme in testa per bancata, 2 valvole inclinate per cilindro 

•  Trasmissione: trazione anteriore, cambio a 5 marce + M.A. 

•  Pneumatici: 185/70 HR14 (anteriore e posteriore) 

•  Freni: dischi diametro 251 mm (anteriori ventilati), comando idraulico 

•  Lunghezza: 4485 mm 

•  Larghezza: 1730 mm 

•  Altezza: 1330 mm 

•  Passo: 2555 mm 

•  Carreggiata anteriore 1450 mm 

•  Carreggiata posteriore 1440 mm 

•  Peso (a vuoto) 1.270 kg 

•  Velocità massima: 197 km/h

CARROZZERIA DI PININFARINA

Il design della Lancia Gamma berlina e coupé, presentate insieme nel 1976, è opera di Leonardo Fioravanti, che all'epoca lavorava per Pininfarina. Questo studio di design italiano era regolarmente coinvolto nello sviluppo di carrozzerie sportive per Lancia, in particolare a partire dall'Aprilia del 1936. La Carozzeria Pinin Farina (la grafia Pininfarina fu adottata solo nel 1961) fu fondata a Torino nel 1930 da Gian-Battista Pinin Farina, Gaspare Bona e Vincenzo Lancia, il che spiega il legame speciale tra le due aziende. 

Pininfarina è uno dei principali protagonisti del design automobilistico e collabora con i più prestigiosi produttori internazionali. La fedele collaborazione con Lancia, Fiat, Ferrari e Peugeot ha dato vita a modelli che hanno segnato la loro epoca e sono riconoscibili per il famoso segno “F” sulla fiancata della carrozzeria. Nato nel 1938, Leonardo Fioravanti si laurea al Politecnico di Milano. Nel 1964 entra in Pininfarina, dove disegnerà tutti i modelli Ferrari fino al 1986. Nel 1988 viene assunto come Direttore Generale dell'Ingegneria Ferrari, prima di assumere la responsabilità del Centro Design del Gruppo Fiat fino al 1991.

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