PORSCHE 356 - 1951

Cette collection est une adaptation de Porsche Racing collection  - Éditeur : Centauria Editore s.r.l. 

Leggera e aerodinamica, la versione da corsa della prima Porsche stradale debutta a Le Mans con due vittorie di classe consecutive

Tra il 1949 e il 1951, nelle prime edizioni della 24 Ore di Le Mans disputate dopo la pausa bellica, fanno la loro comparsa diversi nuovi costruttori destinati a entrare nella storia della competizione. Dopo i debutti di Ferrari e Jaguar, il 1951 segna l’esordio della Porsche, Casa automobilistica tedesca nata nel 1948 dall’omonimo studio di progettazione fondato da Ferdinand Porsche, creatore anche della Volkswagen, e dal figlio Ferdinand-Ernst, detto “Ferry”. Il primo modello, la 356, passa in poco tempo dalle strade alle piste, ma è il primo impegno ufficiale alla 24 Ore di Le Mans del 1951, che si conclude con la vittoria nella categoria fino a 1,1 litri, ad aprire un’escalation di successi inarrestabile.

 © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La partecipazione della 356 SL alla 24 Ore di Le Mans del 1951 segna l’ingresso ufficiale della Porsche nel mondo delle competizioni: in precedenza, le apparizioni della neonata Casa tedesca, che ha aperto i battenti solamente tre anni prima e prodotto poche decine di vetture, sono avvenute in modo per lo più occasionale, per iniziativa di privati come Herbert Kaes, Robert Mayer, Petermax Müller e Max Hoffmann, pronti a cogliere il potenziale della piccola coupé pur senza ottenere risultati di rilievo. Avviata l’attività nella sede provvisoria di Gmünd, in Austria, i Porsche, poco prima di tornare a Zuffenhausen (Stoccarda) e incrementare la produzione da poche decine a qualche centinaio di vetture l’anno, decidono di impegnarsi direttamente in quella che è già una vetrina eccellente, la 24 Ore di Le Mans. Allestiscono quindi tre vetture con migliorie e ulteriori alleggerimenti e ne inviano due in Francia, iscritte nella classe fino a 1,1 litri con i numeri 46 e 47 e affidate rispettivamente ai piloti francesi Auguste Veuillet ed Edmond Mouche e all’equipaggio franco-tedesco Robert Brunet-Rudolf Sauerwein. 

Le due 356 SL portate dalla Porsche a Le Mans nel 1951 durante le verifiche tecniche prima delle prove libere. La numero. 47 sarà danneggiata proprio nel corso dei test e non prenderà parte alla gara. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La seconda 356 SL, appena uscita dall’officina, viene controllata dai tecnici prima della partenza per Le Mans 1951, dove sarà affidata alla coppia Brunet-Sauerwein. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Il primo incidente, poi il successo

Sfortunatamente, il secondo team vede infrangersi i suoi sogni di gloria prima ancora che la gara cominci: un incidente durante le prove libere mette infatti ko sia la vettura sia Rudolf Sauerwein, ferito in modo piuttosto serio a una gamba. Alla partenza del 22 giugno si presenta dunque una sola 356, la numero 46. Veuillet e Mouche faticano un po’ nelle fasi iniziali della corsa, ma poi impostano un ritmo regolare e finiscono la gara al ventesimo posto, con 210 giri all’attivo, staccando di quattro la seconda “1.100” classificata, ovvero la francese DB Sport di René Bonnet ed Elie Bayol. La coppia Veuillet-Mouche si ripeterà un anno dopo ancora su una SL, migliorando anche il piazzamento assoluto con un ottimo undicesimo posto. 

La partenza della 24 Ore di Le Mans del 1953: a sinistra due 356, tra cui quella di Veuillet (n. 49). Entrambe le vetture non termineranno la gara, ma Porsche vincerà la classe 1,5 litri con la 550 Coupé. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Alle SL si affiancano presto varianti della 356 con motori più potenti. Qui la 1500 Super del guatemalteco Manfredo Lippmann completa una tappa della Carrera Panamericana del 1953. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Dopo il successo di classe del 1951, le presenze della 356 nelle corse si moltiplicano. In particolare si distingue la vincitrice di Le Mans 1951 (numero di telaio #356/2-063), che con il pilota John von Neumann partecipa nel 1952 a molte gare statunitensi, imponendosi a Torrey Pines e Madera Airport. Nello stesso anno, una 356 SL guidata dal solito Veuillet trionfa sul circuito di Bordeaux. Il francese cerca una storica tripletta l’anno seguente ripresentandosi a Le Mans insieme al tedesco Müller, ma i due sono costretti al ritiro per problemi al motore. Stessa sorte tocca anche all’altra 356, schierata dal team privato composto da Gonzague Olivier ed Eugène Martin. 

Un’immagine della 356 numero 49 con cui Auguste Veuillet cerca senza fortuna il terzo successo consecutivo a Le Mans nel 1953, in coppia con il tedesco Petermax Müller. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Auguste Veuillet ed Edmond Mouche

Tra i due corridori che nel 1951 ottengono la prima storica affermazione della Porsche a Le Mans con la 356 SL, quello destinato alla maggior notorietà è Auguste Veuillet, che in quegli anni lega il suo nome alla Casa diventandone con la sua società Sonauto il distributore per la Francia. Al volante della SL Veuillet ottiene anche altri successi, tra cui quello nel 1951 al Coupe du Salon, che si corre in occasione del Salone di Parigi, e la vittoria nel Circuit International de Vitesse a Bordeaux nel 1952. Anche per Edmond Mouche il doppio successo a Le Mans rappresenta il picco della carriera, che però comprende anche due vittorie di classe 4 litri alla 24 Ore di Spa del 1948 e 1949 in coppia con Guy Mairesse ed Henry Louveau, e un secondo posto al Rally di Monte Carlo sempre nel 1949.

SCHEDA TECNICA - PORSCHE 356 SL

  • MOTORE 4 cilindri boxer, posteriore
  • CILINDRATA 1.086 cm3
  • POTENZA 46 CV a 4.000 giri/minuto
  • COPPIA n.d.
  • DISTRIBUZIONE monoalbero, 2 valvole per cilindro
  • ALIMENTAZIONE 2 carburatori Solex 32 PBI
  • CAMBIO 4 marce
  • VELOCITÀ MAX 162 km/h
  • ACCELERAZIONE 0-100 n.d.
  • TELAIO a pianale d’acciaio
  • SOSPENSIONI ANT. a bracci oscillanti, barra di torsione trasversale e ammortizzatori telescopici
  • SOSPENSIONI POST. a bracci oscillanti, barra di torsione trasversale e ammortizzatori telescopici
  • FRENI a tamburo
  • CERCHI ANT./POST. n.d.
  • CARROZZERIA alluminio
  • LUNGHEZZA 3.950 mm
  • LARGHEZZA n.d. 
  • ALTEZZA 1.290 mm
  • PASSO 2.100 mm
  • CARREGGIATE 1.290/1.250 mm
  • PESO (A VUOTO) 635 kg
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