Porsche 911 S 1968

Cette collection est une adaptation de Porsche Racing collection  - Éditeur : Centauria Editore s.r.l. 

Rinforzata, equipaggiata e affidata al polacco Zasada, la 911 affronta la prima edizione del rally Londra-Sidney quasi da protagonista

La 911 è ancora una vettura relativamente “giovane” quando, nel 1968, viene iscritta in tre esemplari alla prima edizione del rally Londra-Sidney, un percorso di oltre 17.000 chilometri attraverso tre continenti da completarsi in circa tre settimane. Lo scopo della gara, promossa e sponsorizzata dal quotidiano britannico Daily Express, è quello di risollevare l’economia e, soprattutto, l’export inglesi provati dalla svalutazione della sterlina, ma l’idea trova sostegno anche da parte del giornale australiano Sidney Telegraph. La partecipazione di Porsche è semi-ufficiale, del resto molti dei 98 equipaggi iscritti sono sostenuti dalle Case stesse che in qualche caso realizzano vetture decisamente speciali.

© IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La 911 allestita e assistita direttamente da Porsche è in realtà una sola e, per la cronaca, è quella che si classificherà meglio. La guida il pilota polacco Sobiesław Zasada – affiancato come navigatore dal connazionale Marek Wachowski – che ha chiesto espressamente la 911 nonostante la Casa tedesca in quegli anni sia impegnata nello sviluppo della 917. A questa vettura se ne aggiungono altre due, appartenenti a squadre private, che hanno fatto modificare le loro 911 T e 911 S da Porsche sulla falsariga di quella dei polacchi. Nel dettaglio, si tratta dell’auto del kenyota Edgar Herrmann, navigato dal tedesco Hans Schüller, e di quella dei britannici Terry Hunter e John Davenport, che corrono per il team Porsche Cars GB Limited. 

Il regolamento della maratona ha alcune peculiarità curiose: consente di comporre equipaggi di due o tre persone, in modo da avere più alternanza alla guida e più forze in caso di riparazioni su terreni difficili (c’è addirittura un team femminile composto da quattro persone), a fronte di un appesantimento della “zavorra”. Inoltre, permette alle squadre di aiutarsi a vicenda, spingendo i rispettivi veicoli ma non trainandoli. Complessivamente, le tappe sono 31: le prime 11 collegano Londra a Bombay (oggi Mumbai) passando per Parigi, Torino, Belgrado, Istanbul e Teheran, prima di attraversare, con gran clamore anche mediatico, il confine tra Iran e Afghanistan e di approdare in India. Quando giungono al porto di Bombay, tra l’1 e il 2 dicembre, le auto in gara sono già state ridotte di circa un terzo: le superstiti si imbarcano sulla nave S.S. Chusan che salpa per la costa occidentale dell’Australia, con il divieto assoluto di effettuare riparazioni a bordo.

La 911 S n. 59 sponsorizzata dalla Porsche britannica e guidata da Terry Hunter e John Davenport è costretta ad alzare bandiera bianca nella difficile tappa di Kabul. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Due delle 911 destinate alla Londra-Sidney in fase di allestimento a Zuffenhausen. Si notano i rinforzi tubolari lungo tutta la carrozzeria e qualche elemento di irrobustimento anche all’interno della vettura. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

A un soffio dal terzo posto

Nonostante le molte accortezze, soltanto due delle tre Porsche 911 S arrivano al traguardo: la squadra “inglese”, infatti, non approda nemmeno a Bombay, in quanto Terry Hunter e John Davenport accumulano troppa sabbia nel sistema di aspirazione e rompono uno dei pistoni; la loro gara termina così a Kabul, dove del resto si registra il maggior numero di abbandoni. Gli altri due equipaggi resistono e lottano fino alla fine, conquistando una quindicesima posizione con il team privato Herrmann-Schüller, e addirittura un quarto posto con quello “ufficiale” polacco, che soltanto per poco non ottiene un bottino ancora migliore: Sobiesław Zasada e Marek Wachowski, infatti, sono rallentati da un problema ai freni e da un errore durante un controllo orario, due inconvenienti che costano loro il terzo gradino del podio perso per un solo minuto. A vincere è l’equipaggio britannico composto da Andrew Cowan, Colin Malkin e Brian Coyle su una Hillman Hunter, seguito da Paddy Hopkirk, Tony Nash e Alec Poole su BMC Austin 1800 e dagli australiani Ian Vaughan, Robert Forsyth e Jack Ellis su una Ford Falcon XT GT. Questi ultimi si aggiudicano anche il premio speciale del Sidney Telegraph per il miglior equipaggio “di casa”. 

Una veduta dall’alto di una delle 911 S al via della maratona Londra-Sidney: la struttura di rinforzo funge anche da portapacchi e alloggia comodamente ruote di scorta e taniche di olio e carburante supplementari. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

Il team di tecnici e meccanici della Porsche che ha realizzato il particolare allestimento della 911 S affidata all’asso polacco Sobiesław Zasada; lo stesso allestimento è stato poi replicato su altri due esemplari privati della 911. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

SobiesLaw Zasada

Pilota tra i più longevi, tanto da partecipare a un rally del Kenya nel 2021 alla veneranda età di 91 anni, all’epoca della Londra-Sidney Sobiesław Zasada ha già alle spalle due titoli europei conquistati nel 1966 e 1967 rispettivamente nelle categorie G2 (con una Steyr-Puch 650) e G1 (Porsche 912), a cui ne seguirà un terzo assoluto nel 1971 su BMW 2002 TI. In patria detiene il record di vittorie nel Rally di Polonia, ben quattro, ed è stato premiato come sportivo dell’anno nel 1967.

Un primo piano di Zasada al gala “Giants of Motorsport” organizzato a Cracovia nel 2023. Nel 2021, a 91 anni, il pilota polacco ha preso parte al Safari Rally Kenya. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

SCHEDA TECNICA - PORSCHE 911 S

  • MOTORE 6 cilindri boxer, posteriore
  • CILINDRATA 1.991 cm3
  • POTENZA 160 CV
  • COPPIA n.d.
  • DISTRIBUZIONE monoalbero, 2 valv/cil.
  • ALIMENTAZIONE iniezione meccanica
  • LUBRIFICAZIONE carter secco
  • CAMBIO 5 marce manuale
  • TRAZIONE posteriore
  • VELOCITÀ MAX n.d.
  • TELAIO monoscocca
  • CARROZZERIA acciaio
  • SOSPENSIONI ANT. MacPherson con barre di torsione longitudinali e ammortizzatori a gas
  • SOSPENSIONI POST.  bracci tirati con barre di torsione trasversali e ammortizzatori a gas
  • FRENI dischi ventilati da 282 mm anteriori e da 285 mm posteriori con pinze a due pompanti
  • CERCHI ANT./POST. n.d.
  • PNEUMATICI ANT/POST. n.d.
  • LUNGHEZZA 4.163 mm (senza rinforzi)
  • LARGHEZZA  1.610 mm (senza rinforzi)
  • ALTEZZA 1.320 mm (senza rinforzi)
  • PASSO 2.268 mm
  • CARREGGIATE 1.367/1.335 mm
  • PESO n.d.
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