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Porsche 911 S 1968
Porsche 911 S 1968
Rinforzata, equipaggiata e affidata al polacco Zasada, la 911 affronta la prima edizione del rally Londra-Sidney quasi da protagonista
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© IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
La 911 allestita e assistita direttamente da Porsche è in realtà una sola e, per la cronaca, è quella che si classificherà meglio. La guida il pilota polacco Sobiesław Zasada – affiancato come navigatore dal connazionale Marek Wachowski – che ha chiesto espressamente la 911 nonostante la Casa tedesca in quegli anni sia impegnata nello sviluppo della 917. A questa vettura se ne aggiungono altre due, appartenenti a squadre private, che hanno fatto modificare le loro 911 T e 911 S da Porsche sulla falsariga di quella dei polacchi. Nel dettaglio, si tratta dell’auto del kenyota Edgar Herrmann, navigato dal tedesco Hans Schüller, e di quella dei britannici Terry Hunter e John Davenport, che corrono per il team Porsche Cars GB Limited.
Il regolamento della maratona ha alcune peculiarità curiose: consente di comporre equipaggi di due o tre persone, in modo da avere più alternanza alla guida e più forze in caso di riparazioni su terreni difficili (c’è addirittura un team femminile composto da quattro persone), a fronte di un appesantimento della “zavorra”. Inoltre, permette alle squadre di aiutarsi a vicenda, spingendo i rispettivi veicoli ma non trainandoli. Complessivamente, le tappe sono 31: le prime 11 collegano Londra a Bombay (oggi Mumbai) passando per Parigi, Torino, Belgrado, Istanbul e Teheran, prima di attraversare, con gran clamore anche mediatico, il confine tra Iran e Afghanistan e di approdare in India. Quando giungono al porto di Bombay, tra l’1 e il 2 dicembre, le auto in gara sono già state ridotte di circa un terzo: le superstiti si imbarcano sulla nave S.S. Chusan che salpa per la costa occidentale dell’Australia, con il divieto assoluto di effettuare riparazioni a bordo.
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La 911 S n. 59 sponsorizzata dalla Porsche britannica e guidata da Terry Hunter e John Davenport è costretta ad alzare bandiera bianca nella difficile tappa di Kabul. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
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Due delle 911 destinate alla Londra-Sidney in fase di allestimento a Zuffenhausen. Si notano i rinforzi tubolari lungo tutta la carrozzeria e qualche elemento di irrobustimento anche all’interno della vettura. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
A un soffio dal terzo posto
Nonostante le molte accortezze, soltanto due delle tre Porsche 911 S arrivano al traguardo: la squadra “inglese”, infatti, non approda nemmeno a Bombay, in quanto Terry Hunter e John Davenport accumulano troppa sabbia nel sistema di aspirazione e rompono uno dei pistoni; la loro gara termina così a Kabul, dove del resto si registra il maggior numero di abbandoni. Gli altri due equipaggi resistono e lottano fino alla fine, conquistando una quindicesima posizione con il team privato Herrmann-Schüller, e addirittura un quarto posto con quello “ufficiale” polacco, che soltanto per poco non ottiene un bottino ancora migliore: Sobiesław Zasada e Marek Wachowski, infatti, sono rallentati da un problema ai freni e da un errore durante un controllo orario, due inconvenienti che costano loro il terzo gradino del podio perso per un solo minuto. A vincere è l’equipaggio britannico composto da Andrew Cowan, Colin Malkin e Brian Coyle su una Hillman Hunter, seguito da Paddy Hopkirk, Tony Nash e Alec Poole su BMC Austin 1800 e dagli australiani Ian Vaughan, Robert Forsyth e Jack Ellis su una Ford Falcon XT GT. Questi ultimi si aggiudicano anche il premio speciale del Sidney Telegraph per il miglior equipaggio “di casa”.
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Una veduta dall’alto di una delle 911 S al via della maratona Londra-Sidney: la struttura di rinforzo funge anche da portapacchi e alloggia comodamente ruote di scorta e taniche di olio e carburante supplementari. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
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Il team di tecnici e meccanici della Porsche che ha realizzato il particolare allestimento della 911 S affidata all’asso polacco Sobiesław Zasada; lo stesso allestimento è stato poi replicato su altri due esemplari privati della 911. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
SobiesLaw Zasada
Pilota tra i più longevi, tanto da partecipare a un rally del Kenya nel 2021 alla veneranda età di 91 anni, all’epoca della Londra-Sidney Sobiesław Zasada ha già alle spalle due titoli europei conquistati nel 1966 e 1967 rispettivamente nelle categorie G2 (con una Steyr-Puch 650) e G1 (Porsche 912), a cui ne seguirà un terzo assoluto nel 1971 su BMW 2002 TI. In patria detiene il record di vittorie nel Rally di Polonia, ben quattro, ed è stato premiato come sportivo dell’anno nel 1967.
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Un primo piano di Zasada al gala “Giants of Motorsport” organizzato a Cracovia nel 2023. Nel 2021, a 91 anni, il pilota polacco ha preso parte al Safari Rally Kenya. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés.
SCHEDA TECNICA - PORSCHE 911 S
- MOTORE 6 cilindri boxer, posteriore
- CILINDRATA 1.991 cm3
- POTENZA 160 CV
- COPPIA n.d.
- DISTRIBUZIONE monoalbero, 2 valv/cil.
- ALIMENTAZIONE iniezione meccanica
- LUBRIFICAZIONE carter secco
- CAMBIO 5 marce manuale
- TRAZIONE posteriore
- VELOCITÀ MAX n.d.
- TELAIO monoscocca
- CARROZZERIA acciaio
- SOSPENSIONI ANT. MacPherson con barre di torsione longitudinali e ammortizzatori a gas
- SOSPENSIONI POST. bracci tirati con barre di torsione trasversali e ammortizzatori a gas
- FRENI dischi ventilati da 282 mm anteriori e da 285 mm posteriori con pinze a due pompanti
- CERCHI ANT./POST. n.d.
- PNEUMATICI ANT/POST. n.d.
- LUNGHEZZA 4.163 mm (senza rinforzi)
- LARGHEZZA 1.610 mm (senza rinforzi)
- ALTEZZA 1.320 mm (senza rinforzi)
- PASSO 2.268 mm
- CARREGGIATE 1.367/1.335 mm
- PESO n.d.
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