PORSCHE 919 hybrid 2015

Cette collection est une adaptation de Porsche Racing collection  - Éditeur : Centauria Editore s.r.l. 

Prima auto modellata sui regolamenti del 2014, viene rinnovata a fondo l’anno successivo conquistando le mans per tre volte di seguito

Nel 2014 Porsche è già il costruttore che vanta il maggior numero di presenze (oltre che di successi) alla 24 Ore di Le Mans. La Casa tedesca prende infatti parte ininterrottamente alla corsa francese dal 1951, anche se non tutte le stagioni l’hanno vista schierarsi nella massima categoria, dalla quale in effetti manca dal 1998, anno dell’ultimo successo con la911 GT1. La suddetta “classe regina” è ancora la LMP1, nella quale da due anni dominano le Audi R18 e-tron con propulsione ibrida, ma che ha appena subito una revisione del regolamento. E proprio da qui parte Porsche per creare una vettura totalmente nuova, in grado, dopo un anno di “rodaggio”, di esprimere il suo straordinario potenziale.

Qui sopra, la squadra Porsche al completo in posa per la 24 Ore di Le Mans del 2015 A destra, la 919 n. 19 dell’equipaggio vincitore: Nico Hülkenberg, Earl Bamber, Nick Tandy. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La 919 Hybrid esordisce con due vetture nel Campionato Mondiale Endurance FIA (WEC) del 2014, la competizione che, dal 2012, ha sostituito la Intercontinental Le Mans Cup riprendendo spiritualmente il testimone del Campionato Mondiale Sport Prototip, cancellato nel 1992. La competizione è gestita direttamente dall’ACO, che organizza anche la 24 Ore di Le Mans, e ciò garantisce sia la presenza della maratona francese nel calendario (discontinua nei decenni precedenti) sia l’uniformità dei regolamenti. La stagione mette in luce il buon potenziale delle nuove Porsche, che tuttavia colgono un’unica vittoria a Interlagos (Brasile), nell’ultima prova del Mondiale, non andando oltre il terzo posto nella classifica generale costruttori dietro Toyota e Audi. A Le Mans, dove proprio Audi ottiene il quinto trionfo consecutivo, il terzo con la R18 e-tron e il tredicesimo nelle ultime quindici stagioni, le 919 Hybrid si ritirano entrambe per problemi di affidabilità meccanica a meno di un’ora dalla fine della gara, quando sono addirittura in testa.

Ancora Tandy e Bamber festeggiano la vittoria alla 24 Ore di Le Mans del 2015 sopra l’auto appena condotta al traguardo da Hülkenberg nell’ultimo turno di guida. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La terza 919 Hybrid del 2015, con il n. 19, debutta alla 6 Ore di Spa, dove si classifica soltanto sesta. Circa un mese dopo trionferà a Le Mans sul circuito de La Sarte.  © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

La rinascita e le vittorie

Archiviato il 2014, Porsche rimette mano alla vettura finendo per ridisegnarla nel 90% delle sue parti, con particolare attenzione all’aerodinamica. I risultati si vedono subito: le 919 Hybrid 2015 risultano le più veloci a Le Castellet, nel prologo alla stagione agonistica, e proseguono con un secondo posto alla 6 Ore di Silverstone e, poco dopo, con un secondo, terzo e sesto posto alla 6 Ore di Spa. In quest’ultima gara, come nella successiva 24 Ore di Le Mans, le vetture ufficiali in pista sono tre: ai due equipaggi della stagione precedente, con Timo Bernhard, Mark Webber e Brendon Hartley sulla 919 numero 17, e Romain Dumas, Neel Jani e Marc Lieb su quella n. 18, si aggiunge infatti il terzetto composto da Nico Hülkenberg, Earl Bamber e Nick Tandy con la n. 19. 

[TRE SUCCESSI IN TRE ANNI CON TRE DIVERSI EQUIPAGGI]

Queste tre Porsche sono le auto da battere e lo dimostrano a Le Mans già nei test di maggio con il primo, il secondo e il quarto miglior tempo, mentre due settimane dopo dominano le qualifiche prendendosi i primi tre posti in griglia e stabilendo con Jani il nuovo record del circuito. In gara il duello è ancora una volta con le Audi e, in secondo luogo, con le Toyota, che però vengono gradualmente staccate lasciando le due Case tedesche a darsi battaglia tra piccoli incidenti e penalità. Questo fino a che le Audi, costrette a una serie di soste per riparazioni, perdono contatto con le prime posizioni, lasciando Hülkenberg libero di correre verso la vittoria, davanti alla 919 di Hartley. Le Audi riescono ad agguantare il terzo posto con la vettura n. 7 e il quarto con la n. 8, mentre la quinta piazza è appannaggio della terza 919. Da quel momento, le vetture di Stoccarda non si fermano più: Webber, Bernhard e Hartley vincono le quattro gare successive del WEC, aggiudicandosi il titolo piloti e quello costruttori, impresa bissata nel 2016 da Jani-Lieb-Dumas, che si impone sia nel Mondiale sia nella 24 Ore. Nel 2017, poi, sono di nuovo Bernhard e Hartley, affiancati stavolta da Earl Bamber, a vincere il titolo iridato: la loro 919 prevale però a fatica su una Toyota fattasi più competitiva dopo il ritiro di Audi, mentre a Le Mans la spunta solo di misura sulle sorprendenti Oreca 07. 

Il secondo trionfo di una 919 Hybrid alla 24 Ore di Le Mans arriva nel 2016 con l’equipaggio Lieb-Dumas-Jani sulla vettura n. 2, più veloce di tutti sin dalle qualifiche. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

N. Hülkenberg, E. Bamber e N. Tandy

Il nome più celebre nell’equipaggio vincitore di Le Mans 2015 è quello di Nico Hülkenberg. Il tedesco, che detiene il poco lusinghiero record di gare in Formula 1 senza mai salire sul podio, riesce nell’impresa di vincere la maratona francese al debutto, avendo alle spalle una sola gara con la 919 Hybrid. Più esperto di corse di durata è il neozelandese Earl Bamber che, dopo il successo del 2015, tornerà a imporsi a Le Mans nel 2017 (sempre su 919 Hybrid) insieme a Brendon Hartley e Timo Bernhard, con i quali vincerà anche il Mondiale Endurance. Nel 2019, inoltre, Bamber si laureerà campione di classe GTLM nel campionato IMSA. Quanto a Nick Tandy, alla fine del 2022 il suo palmarès vantava un paio di altre vittorie nel Mondiale WEC e una quindicina di successi nel campionato IMSA GTLM, ma nessun titolo assoluto.

Da sinistra, Nick Tandy, Earl Bamber e Nico Hülkenberg alla premiazione della 24 Ore di Le Mans 2015, vinta contro ogni pronostico grazie a una gara senza errori. © IXO Collections SAS - Tous droits réservés. 

SCHEDA TECNICA - PORSCHE 919 Hybrid

  • MOTORE 4 cilindri a V turbo, posteriore centrale, + un motore elettrico anteriore
  • CILINDRATA 2.000 cm3
  • POTENZA 510+400 CV
  • COPPIA n.d.
  • DISTRIBUZIONE bialbero per bancata, 4 v/cil.
  • ALIMENTAZIONE iniezione elettronica
  • LUBRIFICAZIONE carter secco
  • CAMBIO 7 marce sequenziale
  • TRAZIONE integrale
  • VELOCITÀ max 340 km/h circa
  • TELAIO monoscocca in alluminio e carbonio
  • CARROZZERIA carbonio e Kevlar
  • SOSPENSIONI ANT. bracci triangolari push rod
  • SOSPENSIONI POST. bracci triangolari push rod
  • FRENI Brembo con pinze fisse
  • CERCHI ANT./POST. In magnesio da 18” 
  • PNEUMATICi ANT./POST. Michelin 310/710-18
  • LUNGHEZZA circa 4.650 mm
  • LARGHEZZA circa 1.900 mm
  • ALTEZZA 1.050 mm
  • PASSO n.d.
  • CARREGGIATA ANT./ POST. n.d. 
  • PESO 870 kg
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